Eventi, Cultura: Premio USSI 2025 alla giornalista Clementina Speranza

Foto: Riccardo Caruso Nella Villa Comunale di Aci Sant’Antonio, nell’ambito del Premio USSI ESTATE 2025 i giornalisti sportivi aderenti all’ente hanno conferito una menzione speciale alla giornalista e regista Clementina Speranza per il suo documentario Stai Fermo Lì in cui mostra le discriminazioni subite da Babak Monazzami, un giovane poliedrico artista persiano appassionato di calcio costretto a fuggire dall’Iran. A premiarla il Presidente USSI Sicilia, Gaetano Rizzo. “Quest’opera dipinta a mano e realizzata dal maestro carrettista Salvo Nicolosi rappresentata un condottiero e condottiera sei anche tu Clementina in quest’azione di divulgazione”. È stato proiettato un estratto di 90 secondi, in cui Babak racconta che amava il calcio italiano, tanto che aveva imparato un po’ di italiano seguendo le telecronache delle partite di serie A. E imitava i calciatori di quegli anni: aveva i capelli come Nesta e Maldini, e il pizzetto alla Roberto Baggio, suo giocatore preferito.. Il suo professore di educazione fisica (Yazdan Parast) era uno degli arbitri più famosi in tutta Asia, lui gli consiglia di intraprendere la carriera come calciatore e lo presenta a uno degli allenatori più famosi di quella città, Hossein Charkhabi, famosissimo talent scout. Lui ha scoperto Ahmadreza Abedzadeh, il portiere più importante e più famoso di tutta la storia calcistica dell’Iran. Hossein Charkhabi presenta Babak all’allenatore della Nazionale under diciotto, Hamid Derakhshan, e intorno al 2001 si era trasferito a Teheran per giocare a calcio con la Nazionale under 18, ma è stato espulso prima di entrare in campo perché non aveva i capelli corti e aveva il pizzetto. Quel giorno, infatti, era presente un manager della federazione per il quale erano fondamentali i valori islamici e ha contestato il suo aspetto “troppo occidentale”. E lo ha mandato a casa… “Il documentario nella versione di 60 minuti presenta un nuovo montaggio. È diviso in racconti e 3 di questi riguardano lo sport: uno il badminton e 2 il calcio”, ha spiegato la regista. Nel film si racconta, poi, un altro episodio che riguarda il calcio. Nel 2008 il giovane persiano fugge dall’Iran, ed è così che si salva. Arriva a Milano, dove è supportato dal dottor Italo Siena fondatore del Naga-Har, centro di accoglienza per rifugiati e vittime di tortura. E lì Babak organizza un torneo di Calcio. “Il progetto, che prevedeva lo sport-terapia come aiuto ai rifugiati in depressione, è piaciuto a Inter e Juve e ci hanno appoggiati”, racconta Babak nel documentario. Foto: Riccardo Caruso La pellicola è una testimonianza diretta, parla delle persecuzioni subite in Iran da Babak, del suo felice inserimento in Italia e delle ingiustizie ancora oggi subite in Germania. STAI FERMO LÌ è un documentario con taglio giornalistico in cui il protagonista si racconta. È sottotitolato in inglese, francese e coreano perché è volato fino a Ulsan (Sud Corea). Ha già ricevuto riconoscimenti importanti come il Premio per la Pace rilasciato dall’Ambasciata Svizzera in Italia all’interno del Festival Del Cinema dei Diritti Umani di Napoli e come Miglior Film CineMigrare 2024 all’interno del Festival Via dei Corti. “Questo è il primo premio giornalistico che il mio documentario riceve e in quanto giornalista è per me motivo di orgoglio. In realtà è Babak il destinatario di questo premio. A vincere è la sua storia, il suo coraggio, la sua continua lotta per la libertà”, afferma Clementina Speranza. Com’è nata l’idea di questo documentario? Per dare voce a Babak. L’idea di fare uscire il documentario cui stavamo lavorando da tempo nasce quando Babak è stato pesantemente aggredito durante “donna, vita , libertà”, a Berlino mentre manifestava per la libertà del suo Paese. In questa occasione gli organi di stampa non ne hanno dato notizia in Italia e mi è sembrato giusto fornire una testimonianza. Inoltre i riflettori orientati sulle discriminazioni subite dalle donne, trascuravano gli altri tipi di violenza. Babak era un volto noto in Italia nel 2009 quando è uscita la canzone di Giusy Ferreri “STAI FERMO LÌ” era lui il misterioso progonista del video musicale legato alla canzone. Nel documentario Babak, rievocando la registrazione della clip musicale, ha affermato che il titolo della canzone, Stai fermo lì, è il leitmotiv della sua vita. Da una parte lui scappa e dall’altra è costretto a restare fermo. Oggi Babak ha la cittadinanza tedesca, vive in Germania, continua a lottare per affermare i suoi diritti e a seguito di una recente aggressione vicino casa è stato costretto a lasciare la città dove viveva. La vita di Babak inizia scappando e purtroppo prosegue ancora così: aveva 3 anni durante i bombardamenti degli aerei iracheni, quando con la sua famiglia si rifugiò sulle montagne.